è luogo di lunghe strade
questo
e tuoni
da nasconderci dentro
il rumore di troppe ossa
di ferro divelto
quando insorge
il male ovvio della strada
contro il sangue di ferite straniere
bastasse il dolore dei deserti
quello di un mare infinito - di un infinito pianto
bastasse a redimerci dall'alleanza di colpe e silenzi
bastasse a farci di cuori simili e giusti
a svegliarci
da questa notte d'abisso
che ci accomuna nell'identica miseria
dell'odio.
Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016
Non trovo parole per commentare (neanche il tasto per ribloggare), cara Stefania ... le poche parole delle tue poesie risucchiano tutte le altre e lasciano senza fiato. Si ergono, maestose, sulla mediocrità. Si piegano, come giunchi a sopportare il dolore che urlano, il valore che incarnano...in "questa notte d'abisso che ci accomuna nell'identica miseria dell'odio"
ReplyDeleteNon trovo parole per commentare (neanche il tasto per ribloggare), cara Stefania ... le poche parole delle tue poesie risucchiano tutte le altre e lasciano senza fiato. Si ergono, maestose, sulla mediocrità. Si piegano, come giunchi a sopportare il dolore che urlano, il valore che incarnano...in "questa notte d'abisso che ci accomuna nell'identica miseria dell'odio"
ReplyDeletep.s va bene copio e incollo! #uff